PREMESSA


NOVITA': è ora disponibile il libro anche nel formato ePub per Tablet e Kindle. Nella versione e.book, tramite dei link inseriti nel testo, si può accedere direttamente ai filmtrailer o agli spezzoni video relativi ai film e ai dialoghi citati.


I film amplificano la nostra vita, ci consentono di capire la nostra storia, la nostra evoluzione ed anche noi stessi. Per questo li amiamo.

Negli ultimi anni, a fianco dei film d’azione (colossal storici, film di fantascienza, thriller, ecc), si è andata sempre più ampliando la categoria dei film che rappresentano la vita di tutti i giorni, in tutte le sue sfaccettature: pellicole sull’amicizia, sulla famiglia, sull’emancipazione femminile, sul nuovo maschio, sui problemi di lavoro e, soprattutto, sui problemi e le difficoltà delle relazioni sentimentali. I film d’attualità sono così un preziosissimo strumento per la lettura dei mutamenti sociali, culturali e comportamentali in atto. Lo svago diventa cosi' anche momento educativo, ma il cinema può essere ancora di più: attraverso il racconto dei fatti e delle emozioni, con la capacità descrittiva delle immagini, oltre che delle parole ed il massiccio potere evocativo della musica, può essere anche strumento terapeutico.
In particolare i film a carattere sentimentale stanno diventando sempre più intelligenti e raffinati, raccontano le difficoltà quotidiane dei rapporti di coppia, propongono nuove e sempre più acute analisi. Anche dietro storie che sembrano banali, e in film poco valorizzati dalla critica cinematografica, spesso vi sono indagini profonde sui malesseri psichici e dell’anima, sugli attuali problemi sociali e sugli stereotipi culturali da abolire.

N.B. I commenti non si propongono come recensioni dei film dal punto di vista cinematografico, nè si valuta la qualita' della pellicola, ci si limita a fornire una interpretazione della trama secondo i punti di vista del libro. Interpretazione con la quale ognuno può confrontarsi anche esprimendo un proprio parere.

*** Tramite questo blog l'elenco dei film suggeriti nel libro viene continuamente aggiornato con quelli di nuova programmazione. Intercalati alla segnalazione delle pellicole vengono riportati nuovi eventi, tendenze e pubblicazioni che riguardano i temi trattati nel testo. L'obiettivo è quello di continuare a monitorare l'evoluzione in corso nel campo delle relazioni di coppia e ad aggiornare il libro.***

martedì 11 ottobre 2016

Contro l'amore romantico

Se si mette in discussione il modello romantico non è' per distruggere l'amore, e' per salvarlo http://www.internazionale.it/video/2016/10/07/romanticismo-rovina-amore



lunedì 27 giugno 2016

Era ora!!!
(Niente sarebbe più utile della Cineterapia nelle scuole per educare ai sentimenti e cambiare le modalità di relazionarsi)

L’educazione sentimentale arriva alla Camera! #1oradamore
Oggi inizia in Commissione istruzione e cultura della Camera dei deputati l'iter sull'introduzione dell'educazione sentimentale nelle scuole.
Una giornata storica per tutti noi che abbiamo creduto in questa proposta di legge e abbiamo continuato a fare pressione dal basso affinché venisse discussa in Parlamento.  
Siamo davvero all'inizio. Il percorso è ancora lungo e bisognerà vigilare affinché non vengano ulteriormente dilatati i tempi. Un dato però c'è e ce lo dobbiamo rivendicare tutti insieme: finalmente il Parlamento discuterà di “prevenzione” - e non soltanto di leggi punitive e securitarie - alla violenza maschile sulle donne, all'omofobia e al bullismo.  
In tanti c'avevano provato negli anni. Noi siamo gli unici ad esserci riusciti. Perché? Perché questa proposta di legge, fin dalla sua scrittura, si è avvalsa di una cosa fondamentale: la partecipazione. Dall'ascolto delle operatrici dei Centri antiviolenza (Cosenza, Napoli, Padova, Potenza, Ferrara, Catania, Bologna, Pesaro, L'Aquila, Pescara, Pordenone, Roma, Latina, Casal di Principe) che sono andata a visitare nel viaggio che ho chiamato #RestiamoVive; ai suggerimenti che mi sono arrivati da insegnati, dirigenti scolastici, associazioni, cooperative, movimenti, case editrici, giornalisti, psicologi e pedagogisti.  
Grazie all'associazione daSud e a Change.org, ormai tre anni fa lanciammo la campagna #1oradamore: era un modo per far conoscere la proposta di legge e per sostenerla affinché non venisse lasciata in un cassetto come purtroppo avviene alla stragrande maggioranza delle proposte di iniziativa parlamentare. In più, il pericolo - rispetto all'educazione sentimentale - era che il tema in sé venisse cassato perché considerato tema sensibile, questione “etica” su cui è bene non legiferare. Di solito ci si appella a queste argomentazioni per scongiurare le decisioni.  
Oggi siamo di fronte a una nuova sfida. Teniamoci pronti a parare i colpi di una discussione che non sarà affatto facile. Che ripercorrerà in parte quel discorso pubblico agghiacciante che abbiamo già ascoltato con le Unioni civili e la Step child adoption e che vedrà al centro il fantasma della teoria del gender, con tutte le falsità che ne conseguono: masturbazione in classe dei bambini, indottrinamento ideologico, sponsorizzazione dell'omosessualità e transessualità e tante altre amenità affini.  
Noi invece manterremo la barra ferma sullo spirito, sull'obiettivo della legge e sulle numerose esperienze che già esistono nelle scuole italiane e alle quali ci siamo ispirati per condurre questa battaglia culturale. Una su tutte: l'associazione Scosse. Grazie a loro lavoro su Roma e grazie anche al festival che promuovono “Educare alle differenze”, arriviamo a questo appuntamento forti di una pratica già consolidata, attivata nel tempo, che ci racconta come il Paese è più avanti della politica. Cioè quello che noi proviamo a sancire in un testo di legge esiste già: il problema è che solo alcuni bambini e alcuni ragazzi hanno la fortuna di averne accesso. Con questa legge, invece, rendiamo organico e strutturale un modello di insegnamento che, laddove è stato fatto, ha prodotto risultati importanti. In Italia come in Europa.  
Non a caso la Convenzione di Istanbul caldeggiata dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, votata all'unanimità ormai tre anni fa, chiedeva nell'articolo 14 agli Stati ratificanti di inserire l'educazione all'affettività – prima si chiamava educazione sessuale - nelle scuole di ogni ordine e grado. L'hanno riconosciuta necessaria tutti i paesi del nord Europa a partire dagli anni 50. Poi, a cascata, tra la fine degli anni 60 e l’inizio dei 70, l'hanno assunta anche la Germania, la Francia, l'Olanda, il Regno Unito, la Spagna. Lasciando l'Italia e la Grecia come unici Paesi in cui nulla in termini normativi è mai stato fatto. 
Adesso, e lo vedremo, sembra sia arrivato anche il nostro momento e nessuno pensi che tutto si gioca in Parlamento. Non è finito lo sforzo con cui avete contribuito a questo primo successo. La pressione affinché non venga snaturata “troppo” la legge ci deve vedere di nuovo tutti impegnati. Bisogna vigilare e monitorare il lavoro istruttorio. A partire dall'adozione del testo base. La nostra legge non è l'unica ad essere stata presentata in questi anni: ci sono proposte che vanno da Forza Italia al Pd, passando per il Movimento 5 stelle. Siamo consapevoli che l'ora dedicata all’educazione sentimentale sarà molto difficile da portare a casa, ma ci sono dei punti sui quali ci deve essere grande fermezza: formazione a tutti gli insegnanti e libri di testo.  
Chi fa la formazione? C'è un elenco sterminato. Dimentichiamo che anche in Italia sono arrivati nelle accademie universitarie i corsi di laurea in gender studies materia in sé già multidisciplinare esattamente come multidisciplinare deve essere l'approccio alla prevenzione e al contrasto alla violenza. Tre filoni vanno seguiti: educazione sessuale, educazione civica, educazione di genere. E poi l'esperienza pratica da cui poter attingere che sono appunto i centri antiviolenza e le associazioni che in questi anni questo ruolo di formatori l'hanno già assunto.  
Quali libri di testo? Anche qui l'elenco è sterminato. Bisogna far seguire il codice Polite e bisogna dare spazio alla lettura e alla letteratura di genere.  
Battaglie coraggiose sono state intraprese in questi anni, penso a quella della consigliera comunale di Venezia Camilla Seibezzi che dopo aver portato delle favole che tengono conto dei cambiamenti sociali se l'è viste come nei peggiori periodi oscurantisti bandite dalle biblioteche della città per decisione del Sindaco. E tante tante realtà - piccole e grandi - che sono state capaci di produrre e diffondere la cultura della realtà.  
Oggi ci dobbiamo riconnettere ancora una volta. E farlo però non più in una condizione di debolezza ma di forza perché il primo risultato lo abbiamo prodotto. L'associazione Frida Kalho di Marano (Napoli) con alla testa Stefania Fanelli che, generosamente, a spese proprie, ha prodotto 10.000 cartoline per chiedere al Governo di discutere la proposta di legge può dire a se stessa di avere vinto. Di esserci riuscita. Ma adesso ci aspetta un altro step non meno faticoso e va seguito con attenzione.  
I mezzi e gli strumenti per osservarlo direttamente e in trasparenza esistono: gli stenografici del lavoro in commissione attraverso il sito della Camera e le dirette video dell'aula; la comunicazione costante dei parlamentari del gruppo di Sinistra Italiana con un attenzione maggiore chiaramente da parte mia che sono la prima firmataria e da parte di Annalisa Pannarale che seguirà il provvedimento in commissione; il lavoro di diffusione che metteranno i campo le compagne che hanno dato vita a Pink Factor Elettra Deiana, Cecilia D'Elia, Elisabetta Piccolotti, Maria Pia Pizzolante, Giorgia Serughetti; le giornaliste e i giornalisti che si sono sempre occupati del tema come Loredana Lipperini, Riccardo Iacona, Raffaele Lupoli, Giacomo Russo Spena, Michele Cucuzza, Roberto Moliterni, Giovanna Pezzuoli e tutto il blog della 27a ora del Corriere della Sera, Zeroviolenza, Leggendaria, Maria Fabbricatore di Fimmina tv, Luca Sappino, Angela Azzaro, Laura Eduati, l’Huffington Post; gli artisti che hanno prestato professionalità e sostegno alla causa come Gustav Hoffer e Luca Ragazzi che hanno girato il video clip #1oradamore o come Serena Dandini, Lunetta Savino, Paola Minaccioni che hanno firmato l'appello; il teatro Rossi di Pisa che mi ha accolta sul palco ed Elena Fazio e Angela Sajeva che l'hanno portata in scena; l'associazione Carminella e Amore e psiche che l'hanno portata dentro l'Università; il Pride di Palermo che è stato il primo a crederci e a volerci dedicare una giornata intera e così poi tutti i movimenti GLBT che hanno portato avanti questa battaglia; le famiglie arcobaleno e l'Agedo; le forze dell'ordine come il Commissariato di Torpignattara, che ha promosso insieme a Leonardo Loche al Liceo Immanuel Kant iniziative di approfondimento sul tema. In tre anni ho fatto centinaia di iniziative, di presentazioni di questa legge in cui ho incrociato le esperienze più diverse, di questo devo ringraziare in gran parte Sinistra ecologia e libertà, quelle compagne e quei compagni sui territori che c'hanno creduto ed hanno fatto nelle proprie realtà un lavoro straordinario. E in ultimo Nicola Fratoianni coordinatore nazionale di Sel, che non mi ha fatto mancare mai il suo supporto, e il capogruppo Arturo Scotto, che ha spinto per farla calendarizzare.
Ecco ci siamo, adesso tocca davvero a noi. Ci sarà da divertirsi.

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Era ora!!!
(Niente sarebbe più utile della Cineterapia nelle scuole per educare ai sentimenti e cambiare le modalità di relazionarsi)

L’educazione sentimentale arriva alla Camera! #1oradamore
Oggi inizia in Commissione istruzione e cultura della Camera dei deputati l'iter sull'introduzione dell'educazione sentimentale nelle scuole.
Una giornata storica per tutti noi che abbiamo creduto in questa proposta di legge e abbiamo continuato a fare pressione dal basso affinché venisse discussa in Parlamento.  
Siamo davvero all'inizio. Il percorso è ancora lungo e bisognerà vigilare affinché non vengano ulteriormente dilatati i tempi. Un dato però c'è e ce lo dobbiamo rivendicare tutti insieme: finalmente il Parlamento discuterà di “prevenzione” - e non soltanto di leggi punitive e securitarie - alla violenza maschile sulle donne, all'omofobia e al bullismo.  
In tanti c'avevano provato negli anni. Noi siamo gli unici ad esserci riusciti. Perché? Perché questa proposta di legge, fin dalla sua scrittura, si è avvalsa di una cosa fondamentale: la partecipazione. Dall'ascolto delle operatrici dei Centri antiviolenza (Cosenza, Napoli, Padova, Potenza, Ferrara, Catania, Bologna, Pesaro, L'Aquila, Pescara, Pordenone, Roma, Latina, Casal di Principe) che sono andata a visitare nel viaggio che ho chiamato #RestiamoVive; ai suggerimenti che mi sono arrivati da insegnati, dirigenti scolastici, associazioni, cooperative, movimenti, case editrici, giornalisti, psicologi e pedagogisti.  
Grazie all'associazione daSud e a Change.org, ormai tre anni fa lanciammo la campagna #1oradamore: era un modo per far conoscere la proposta di legge e per sostenerla affinché non venisse lasciata in un cassetto come purtroppo avviene alla stragrande maggioranza delle proposte di iniziativa parlamentare. In più, il pericolo - rispetto all'educazione sentimentale - era che il tema in sé venisse cassato perché considerato tema sensibile, questione “etica” su cui è bene non legiferare. Di solito ci si appella a queste argomentazioni per scongiurare le decisioni.  
Oggi siamo di fronte a una nuova sfida. Teniamoci pronti a parare i colpi di una discussione che non sarà affatto facile. Che ripercorrerà in parte quel discorso pubblico agghiacciante che abbiamo già ascoltato con le Unioni civili e la Step child adoption e che vedrà al centro il fantasma della teoria del gender, con tutte le falsità che ne conseguono: masturbazione in classe dei bambini, indottrinamento ideologico, sponsorizzazione dell'omosessualità e transessualità e tante altre amenità affini.  
Noi invece manterremo la barra ferma sullo spirito, sull'obiettivo della legge e sulle numerose esperienze che già esistono nelle scuole italiane e alle quali ci siamo ispirati per condurre questa battaglia culturale. Una su tutte: l'associazione Scosse. Grazie a loro lavoro su Roma e grazie anche al festival che promuovono “Educare alle differenze”, arriviamo a questo appuntamento forti di una pratica già consolidata, attivata nel tempo, che ci racconta come il Paese è più avanti della politica. Cioè quello che noi proviamo a sancire in un testo di legge esiste già: il problema è che solo alcuni bambini e alcuni ragazzi hanno la fortuna di averne accesso. Con questa legge, invece, rendiamo organico e strutturale un modello di insegnamento che, laddove è stato fatto, ha prodotto risultati importanti. In Italia come in Europa.  
Non a caso la Convenzione di Istanbul caldeggiata dalla Presidente della Camera Laura Boldrini, votata all'unanimità ormai tre anni fa, chiedeva nell'articolo 14 agli Stati ratificanti di inserire l'educazione all'affettività – prima si chiamava educazione sessuale - nelle scuole di ogni ordine e grado. L'hanno riconosciuta necessaria tutti i paesi del nord Europa a partire dagli anni 50. Poi, a cascata, tra la fine degli anni 60 e l’inizio dei 70, l'hanno assunta anche la Germania, la Francia, l'Olanda, il Regno Unito, la Spagna. Lasciando l'Italia e la Grecia come unici Paesi in cui nulla in termini normativi è mai stato fatto. 
Adesso, e lo vedremo, sembra sia arrivato anche il nostro momento e nessuno pensi che tutto si gioca in Parlamento. Non è finito lo sforzo con cui avete contribuito a questo primo successo. La pressione affinché non venga snaturata “troppo” la legge ci deve vedere di nuovo tutti impegnati. Bisogna vigilare e monitorare il lavoro istruttorio. A partire dall'adozione del testo base. La nostra legge non è l'unica ad essere stata presentata in questi anni: ci sono proposte che vanno da Forza Italia al Pd, passando per il Movimento 5 stelle. Siamo consapevoli che l'ora dedicata all’educazione sentimentale sarà molto difficile da portare a casa, ma ci sono dei punti sui quali ci deve essere grande fermezza: formazione a tutti gli insegnanti e libri di testo.  
Chi fa la formazione? C'è un elenco sterminato. Dimentichiamo che anche in Italia sono arrivati nelle accademie universitarie i corsi di laurea in gender studies materia in sé già multidisciplinare esattamente come multidisciplinare deve essere l'approccio alla prevenzione e al contrasto alla violenza. Tre filoni vanno seguiti: educazione sessuale, educazione civica, educazione di genere. E poi l'esperienza pratica da cui poter attingere che sono appunto i centri antiviolenza e le associazioni che in questi anni questo ruolo di formatori l'hanno già assunto.  
Quali libri di testo? Anche qui l'elenco è sterminato. Bisogna far seguire il codice Polite e bisogna dare spazio alla lettura e alla letteratura di genere.  
Battaglie coraggiose sono state intraprese in questi anni, penso a quella della consigliera comunale di Venezia Camilla Seibezzi che dopo aver portato delle favole che tengono conto dei cambiamenti sociali se l'è viste come nei peggiori periodi oscurantisti bandite dalle biblioteche della città per decisione del Sindaco. E tante tante realtà - piccole e grandi - che sono state capaci di produrre e diffondere la cultura della realtà.  
Oggi ci dobbiamo riconnettere ancora una volta. E farlo però non più in una condizione di debolezza ma di forza perché il primo risultato lo abbiamo prodotto. L'associazione Frida Kalho di Marano (Napoli) con alla testa Stefania Fanelli che, generosamente, a spese proprie, ha prodotto 10.000 cartoline per chiedere al Governo di discutere la proposta di legge può dire a se stessa di avere vinto. Di esserci riuscita. Ma adesso ci aspetta un altro step non meno faticoso e va seguito con attenzione.  
I mezzi e gli strumenti per osservarlo direttamente e in trasparenza esistono: gli stenografici del lavoro in commissione attraverso il sito della Camera e le dirette video dell'aula; la comunicazione costante dei parlamentari del gruppo di Sinistra Italiana con un attenzione maggiore chiaramente da parte mia che sono la prima firmataria e da parte di Annalisa Pannarale che seguirà il provvedimento in commissione; il lavoro di diffusione che metteranno i campo le compagne che hanno dato vita a Pink Factor Elettra Deiana, Cecilia D'Elia, Elisabetta Piccolotti, Maria Pia Pizzolante, Giorgia Serughetti; le giornaliste e i giornalisti che si sono sempre occupati del tema come Loredana Lipperini, Riccardo Iacona, Raffaele Lupoli, Giacomo Russo Spena, Michele Cucuzza, Roberto Moliterni, Giovanna Pezzuoli e tutto il blog della 27a ora del Corriere della Sera, Zeroviolenza, Leggendaria, Maria Fabbricatore di Fimmina tv, Luca Sappino, Angela Azzaro, Laura Eduati, l’Huffington Post; gli artisti che hanno prestato professionalità e sostegno alla causa come Gustav Hoffer e Luca Ragazzi che hanno girato il video clip #1oradamore o come Serena Dandini, Lunetta Savino, Paola Minaccioni che hanno firmato l'appello; il teatro Rossi di Pisa che mi ha accolta sul palco ed Elena Fazio e Angela Sajeva che l'hanno portata in scena; l'associazione Carminella e Amore e psiche che l'hanno portata dentro l'Università; il Pride di Palermo che è stato il primo a crederci e a volerci dedicare una giornata intera e così poi tutti i movimenti GLBT che hanno portato avanti questa battaglia; le famiglie arcobaleno e l'Agedo; le forze dell'ordine come il Commissariato di Torpignattara, che ha promosso insieme a Leonardo Loche al Liceo Immanuel Kant iniziative di approfondimento sul tema. In tre anni ho fatto centinaia di iniziative, di presentazioni di questa legge in cui ho incrociato le esperienze più diverse, di questo devo ringraziare in gran parte Sinistra ecologia e libertà, quelle compagne e quei compagni sui territori che c'hanno creduto ed hanno fatto nelle proprie realtà un lavoro straordinario. E in ultimo Nicola Fratoianni coordinatore nazionale di Sel, che non mi ha fatto mancare mai il suo supporto, e il capogruppo Arturo Scotto, che ha spinto per farla calendarizzare.
Ecco ci siamo, adesso tocca davvero a noi. Ci sarà da divertirsi.

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