con Claudia Pandolfi, Filippo Timi, Thomas Trabacchi, Denis Fasolo, Michela Cescon, Drammatico, Italia 2011
locandina tratta da Mymovies
Mentre il papa' resta in città a lavorare, Marta - come tante mamme - va in vacanza da sola con il suo bambino. Lei ama il mare, ma il medico per il piccolo - che piange sempre e non dorme mai - le ha consigliato la montagna. Arriva così a Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa, un posto bello, ma lontano dal suo mondo e - per di più - l'agenzia le ha procurato una casa isolata, che amplifica la sua solitudine e dove i continui pianti del figlio, ai quali non riesce dare risposta, rimbombano fino a farle saltare il cervello e i nervi.
Il proprietario abita al piano di sotto, ma e' come se non ci fosse; un po' perché essendo una guida alpina e' sempre in giro per escursioni, ma anche perché e' un tipo assai scontroso, ferito dalla vita (una madre che ha abbandonato lui e suo fratello da piccoli e poi una moglie che se ne e' andata via con il figlio, non sopportando più il suo carattere ombroso).
Le ferite di lui si incontrano, così, con la non adeguatezza di lei in una notte in cui lui sfonda la sua porta per evitare una tragedia.
Da questo evento nasce una relazione profonda che ha alla base due reciproche necessita': lui le ferite da curare, lei di capire le sue contraddizioni, un percorso che li avvicina e che, alla fine, decideranno di fare insieme.
Il film affronta lo scabroso tema del senso (perduto?) della maternità trascrivendo in sceneggiatura cinematografica il libro scritto dalla stessa regista.
La spinta al cambiamento, all'autonomia, alla libertà, insita in Marta - come in ogni essere umano e ora anche in ogni donna del nostro tempo - si scontra con il desiderio di Manfred che le donne restino al loro posto a fare le madri e le mogli.
L'essenza biologica ha spinto anche le donne ad evolvere mentre i ruoli non vengono di pari passo aggiornati perché bloccati nell'inconscio collettivo dentro rigidi stereotipi, per questo essi a volte vengono percepiti come pesanti armature.
La tendenza umana ad aggrapparsi a forme e categorie fisse create dalla mente è diffusa più di quanto si creda e, al di là di molte effettive conquiste ottenute e riconosciute sulla carta alle donne, la rappresentazione simbolica del femminile, ancorata alle tradizioni, risiede ancora fortemente nell'inconscio di molti uomini e, a volte, anche di molte donne (quante delle spettatrici si sono schierate con la moglie del fratello mentre trovano Marina odiosa?)
La difficoltà ad aggiornare i vecchi schemi sta alla base di molte separazioni: ovvio che uomini antichi e donne nuove abbiano difficoltà ad incontrarsi.
La raggiunta maggiore autonomia psichica porta Marta, come molte donne di oggi, a una progressiva diminuzione della accettazione del ruolo di moglie e a rivisitare quello di madre. Il desiderio di essere considerate come persone, con un proprio valore intrinseco mette in discussione i vecchi ruoli stereotipati dell'angelo del focolare e della mistica della maternità e crea un cortocircuito psichico, un profondo diffuso malessere per un costante senso di inadeguatezza.
Gli uomini devono riuscire a capire questo disagio e, da parte loro, interiorizzare il concetto di parità (si veda anche il personaggio maschile del precedente film "Una Separazione").
Donne e uomini insieme devono cioè riuscire a fare un’onesta analisi della propria configurazione simbolica del maschile e del femminile perché i sentimenti inconsci o semi-consci si riflettono sul vissuto molto più di quanto si creda; essi governano le azioni e i comportamenti, e soprattutto le emozioni, non meno del pensiero razionale e ogni scissione interiore è la prima causa della difficoltà ad avere rapporti felici.
E' un cambiamento da fare insieme, duro, faticoso, ma queste sono le basi per le relazioni del futuro (ed anche della nuova relazione dei personaggi di questo film).
La visione di questo film è una utilissima sessione di cineterapia (meglio di una seduta psicanalitica) da fare possibilmente con il proprio compagno.
Le donne e gli uomini stanno cambiando, insieme ai loro ruoli, e con essi tutte le regole sulle quali fino ad oggi si sono basate le relazioni ed il matrimonio. Uomini e donne insieme devono infatti imparare a riconoscere, e accettare, la realtà contraddittoria di un epoca di transizione, ricordandosi che il superamento dei dualismi si attua attraverso l'accettazione del dualismo stesso (uguali, ma diversi), abbandonando finalmente ogni contrapposizione e polarizzazione.
Vedi nel libro "NON TI AMERO', COSI', PER SEMPRE", PARTE SECONDA, Cap 2 Crisi ed evoluzione dei ruoli: verso nuovi prototipi umani, Cap 3 La guerra è sfinita: è necessario un disarmo, Cap 7 Le nuove coppi: insieme liberi e Conclusioni.
Parliamone insieme: lascia un commento a questo post, un tuo parere sul film o sull'argomento trattato nel libro.
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