PREMESSA


NOVITA': è ora disponibile il libro anche nel formato ePub per Tablet e Kindle. Nella versione e.book, tramite dei link inseriti nel testo, si può accedere direttamente ai filmtrailer o agli spezzoni video relativi ai film e ai dialoghi citati.


I film amplificano la nostra vita, ci consentono di capire la nostra storia, la nostra evoluzione ed anche noi stessi. Per questo li amiamo.

Negli ultimi anni, a fianco dei film d’azione (colossal storici, film di fantascienza, thriller, ecc), si è andata sempre più ampliando la categoria dei film che rappresentano la vita di tutti i giorni, in tutte le sue sfaccettature: pellicole sull’amicizia, sulla famiglia, sull’emancipazione femminile, sul nuovo maschio, sui problemi di lavoro e, soprattutto, sui problemi e le difficoltà delle relazioni sentimentali. I film d’attualità sono così un preziosissimo strumento per la lettura dei mutamenti sociali, culturali e comportamentali in atto. Lo svago diventa cosi' anche momento educativo, ma il cinema può essere ancora di più: attraverso il racconto dei fatti e delle emozioni, con la capacità descrittiva delle immagini, oltre che delle parole ed il massiccio potere evocativo della musica, può essere anche strumento terapeutico.
In particolare i film a carattere sentimentale stanno diventando sempre più intelligenti e raffinati, raccontano le difficoltà quotidiane dei rapporti di coppia, propongono nuove e sempre più acute analisi. Anche dietro storie che sembrano banali, e in film poco valorizzati dalla critica cinematografica, spesso vi sono indagini profonde sui malesseri psichici e dell’anima, sugli attuali problemi sociali e sugli stereotipi culturali da abolire.

N.B. I commenti non si propongono come recensioni dei film dal punto di vista cinematografico, nè si valuta la qualita' della pellicola, ci si limita a fornire una interpretazione della trama secondo i punti di vista del libro. Interpretazione con la quale ognuno può confrontarsi anche esprimendo un proprio parere.

*** Tramite questo blog l'elenco dei film suggeriti nel libro viene continuamente aggiornato con quelli di nuova programmazione. Intercalati alla segnalazione delle pellicole vengono riportati nuovi eventi, tendenze e pubblicazioni che riguardano i temi trattati nel testo. L'obiettivo è quello di continuare a monitorare l'evoluzione in corso nel campo delle relazioni di coppia e ad aggiornare il libro.***

lunedì 19 novembre 2012

PICCOLE BUGIE TRA AMICI ( Les petits mouchoirs) regia di Guillaume Canet.

Con François CluzetMarion CotillardBenoît MagimelGilles LelloucheLaurent Lafitte.

Commedia - Francia 2010

Locandina Piccole bugie tra amici
Locandina tratta da Mymovies



Il film racconta le vicende di otto amici, con età compresa tra i trenta-quaranta anni, appartenenti alla piccola-media borghesia parigina. Due sono le coppie regolarmente sposate con figli piccoli, quattro sono single.
Sono persone che amano una vita scanzonata e che, tra un divertimento e l'altro si lasciano vivere, fuggono dagli impegni e dagli stereotipi della generazione precedente, ma sembrano non avere delle valide alternative.
Ognuno di loro è caratterizzato da un particolare difetto (pignoleria e omofobia, cinismo o codardia, ossessività ed evidente ninfomania per l'unica single  femmina del gruppo); nonostante le diverse debolezze sembrino renderli apparentemente molto diversi tra loro, in realtà  una buona dose di superficialità ed anche egoismo li accomuna.
Le coppie sposate hanno dei problemi di routine, mentre i single - chi più chi meno - hanno relazioni instabili che intervallano con vino, spinelli, ma anche cocaina e sesso.
A loro basta ridere, divertirsi e stordirsi per non pensare, scorrono i loro giorni in un' adolescenza prolungata, fino a che un grave incidente a uno di loro - dopo una notte brava in discoteca - sembra dover porre fine alla loro superficialità e voglia di divertirsi, ma non è così.
Nonostante l'amico in ospedale sia gravissimo - confortati dal parere dei medici che assicurano che si riprenderà - decidono di partire ugualmente per le vacanze ospiti, come al solito, nella casa al mare del più ricco di loro.
Ma la vacanza che passeranno insieme - tra gite in barca, giochi sull'acqua, cene e vino -si tramuterà in un insieme esplosivo di nevrosi e di tensioni non solo perché poco prima di partire uno dei due sposati ha dichiarato il suo particolare interesse, al di là dell' amicizia, al padrone di casa (l'altro sposato), ma anche perché i single  soffrono pene d'amore per i partner con cui avevano una relazione finita male poco prima di partire.
Tutto si svolge sotto lo sguardo più lucido di un anziano pescatore, amico di vecchia data, che alla fine metterà tutti davanti alle loro ipocrisie quando comunicherà loro che l'amico rimasto in ospedale è morto.

"scusatemi, ma non mi va di mentire" "ma nessuno ti chiede di mentire"
"nessuno me lo chiede, ma lo fate tutti. Sono 15 giorni che vi vedo siete amici, ma tutti quanti mentite a voi stessi, accettate le piccole bugie degli altri perché vi fa comodo. Vi definite amici. Cos'e essere amici? E' lasciare il vostro amico da solo in ospedale perché le vostre vacanze sono più importanti?"

La morte dell'amico li mette così davanti alla responsabilità delle loro vite obbligandoli a diventare finalmente adulti e a comprendere la vacuità della loro modo di vivere:

"non vado da nessuna parte"
"per me è lo stesso"


Il film Piccole bugie tra amici  (anche in questo caso una traduzione libera del titolo originale Les petits mouchoirs, "piccoli fazzoletti" che sottintendono all'intersecarsi di tanti piccoli spaccati di vita) descrive in modo divertente il fenomeno delle Tribù urbane e le nuove forme di amicizia che, per molti trenta-quarantenni di oggi sostituiscono a lungo la famiglia e il fidanzamento tradizionale (si veda il libro di Ethan Watters  "Urban Tribes. La generazione che sta ripensando amicizia, famiglia e matrimonio) .
In ogni tribù, come anche in quella di questo film, ognuno ha un ruolo diverso: c'è il consigliere, l' innovatore, il comico, i consulenti tecnici, il catalizzatore (o anima della festa), l'ansioso (in questo caso il padrone di casa) il gallo del pollaio, l'ape regina, ecc.
Ma il film descrive anche l'attuale caos dell'amore, la paura dell'impegno e  di soffrire che, sul più bello, spinge molti a rovinare tutto in un rapporto (per poi subito dopo pentirsene); un caos che porta all'incapacità di costruire qualcosa insieme ed anche a desiderare esperienze con persone dello stesso sesso.
L’incapacità di scegliere di molti giovani di oggi, come alcuni dei personaggi del film, è il risultato della paralisi provocata da due sentimenti opposti: paura dell'impegno e paura della solitudine,  spesso in perfetto equilibrio tra loro, ma anche dal processo di individualizzazione della società e da narcisismo e egoismo.
Ciononostante Canet non sembra del tutto condannare i suoi personaggi e li descrive con una certa simpatia, vedendoli probabilmente, anche lui, come inconsapevoli vittime di un difficile momento di transizione e di confusione che trascende le singole personalità.
Si tratta di un film corale nel quale, come già in molti altri di questo tipo (Il grande freddo, Together, Le fate ignoranti, Saturno contro, ecc.),  traspare anche il lato positivo delle attuali crisi delle relazioni di coppia: le onde dell'amore si allargano dal tradizionale rapporto a due, chiuso e castrante,  a un gruppo più ampio che, anche se molto eterogeneo, è unito da una  solidarietà che si radica nelle stesse difficoltà nell'affrontare la vita. Onde che si allargano fino a volte portare a superare la  divisione tra i generi sforando spesso anche nella omosessualità o nella intercambiabilità dei sessi.
Anche Canet, quindi, sembra far trasparire nella narrazione un messaggio appena sussurrato, trasversale: la crisi dei valori delle precedenti strutture relazionali, famigliari e persino sessuali potrebbe non essere la fine, il crollo del mondo, ma l'inizio di una nuova era.

La crisi economica e le veloci trasformazioni sociali e comportamentali degli ultimi decenni (prime tra tutte l'irresistibile voglia di autonomia) hanno portato a una progressiva trasformazione della struttura famigliare di una volta. Si sta passando infatti dai grandi clan famigliari con molti parenti a mini famiglie che hanno sostituito i rapporti parentali verticali con nuovi rapporti più orizzontali, portando a creare nuove "famiglie allargate di elezione", come in fondo lo è il gruppo di amici di questo film.
Ciò dimostra che la capacità di costruire "famiglie" è, nonostante tutto, molto vitale, basta saper guardare al di là del modello unico.
Il film, non è un capolavoro e ripercorre trame già tracciate, ma diverte, e ha presa sul pubblico per quell'empatia che scaturisce dal fatto di riconoscersi in parte nella storia e nei personaggi narrati, nella commedia umana che comprende amori speciali e libertà dei sentimenti, l'amicizia come surrogato della famiglia, l'incertezza che poi torna a confluire nella speranza di riuscire, nonostante a tutto, a costruire un rapporto d'amore e una famiglia, ma una famiglia nuova.
Muore un concetto di famiglia chiusa, un egoismo a due, spesso ostile agli altri, ma nasce la consapevolezza che la propria famiglia è una cellula più ampia, la comunità umana nel suo complesso, senza distinzioni di credo o di razza e, forse, nemmeno di genere.


Vedi nel libro "NON TI AMERO', COSI', PER SEMPRE: 
Parte prima - Cap 1:"Coppie scoppiate"
Parte seconda - Cap 5:"Ripartire da sé: se cambi te stesso cambi il mondo"- Cap 7 "Le nuove coppie: insieme liberi".


Parliamone insieme: lascia un commento a questo post, un tuo parere sul film o sull'argomento trattato.

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domenica 6 maggio 2012

GLI INFEDELI (Les Infidèles) regia di Emmanuelle Bercot, Fred Cavayé, Alexandre Courtes, Jean Dujardin, Michel Hazanavicius, Eric Lartigau, Gilles Lellouche.


con Jean Dujardin, Guillaume Canet, Mathilda May, Sandrine Kiberlain, Alexandra Lamy.
Commedia, Francia 2012.



locandina tratta da Mymovies

scheda film Mymovies
trailer film Mymovies

Il tema dell’ infedeltà coniugale viene declinato in sei episodi, girati da registi diversi, che raccontano tutta la gamma delle possibili situazioni: la bisboccia tra amici fuggiti in discoteca raccontando scuse varie alle mogli, amici che fanno tutto insieme, anche il sesso, e intanto sognano una fuga a Las Vegas (dove andare a fare il pieno di donne); la convention di lavoro di un impiegatuccio, in trasferta per un seminario della propria azienda, che alla sera cerca una camera di qualche collega (del tipo basta che respiri) dove infilarsi e intanto manda messaggini alla moglie “Ti amo” “Mi manchi”; il professionista arrivato, un cinquantenne che si infatua della ventenne ninfomane fino a farsi picchiare dai suoi amici per poi raccontare alla moglie di avere avuto un incidente con la macchina; il marito giovane, che ama le donne mature e i giochi erotici hard, sorpreso da moglie e figli nel garage di casa; quello sorpreso dalla moglie che torna prima e che cerca inutilmente di far sparire le tracce (meno una) del suo tradimento nella sua casa e nel suo letto; quello che cade nel trabocchetto teso dalla moglie che finge di essere moderna e aperta disponibile ad accettare le sue eventuali scappatelle.
I maci dei primi cinque episodi alla fine si incontrano tutti in una seduta di “Infedeli Anonimi”, condotta da una intransigente e bacchettona trainer, non troppo convincente visto che tutti, dopo il primo incontro, se ne vanno perché non è li il problema: le regole le conoscono, ma non possono rispettarle perché il richiamo del sesso sembra essere più forte della loro volontà e lei non lo può capire.
L'ultimo episodio, infatti, vede ancora i due amici della prima storia (Dujardin e Lellouche) realizzare il sogno di andare insieme a Las Vegas a prendersi una sbornia di sesso e alla fine mettere in pratica quello che pensavano essere solo una balzana teoria:


"Sai che pare sia una cosa da finocchi?" “Che cosa?" “Quelli come noi che ogni lasciata è persa o basta che respiri, pare che sia omosessualità repressa"


Personaggi di storie parallele, dove cambiano le situazioni, a volte anche i personaggi, ma il racconto resta - anche un po’ noiosamente, ma forse volutamente - uguale, con sempre lo stesso denominatore comune: la dipendenza degli uomini dal loro sesso, patetiche vittime più che soggetti consapevoli tanto da farsene una ragione:

“Perché siamo così?” “Perché siamo animali! Tu non ti rendi conto ma sei programmato per la sopravvivenza della specie, devi uscire, cacciare, copulare - tutto il pacchetto- non puoi farci niente è DNA”.

Non sembra un caso che questo film esca proprio in Francia, dopo lo scandalo a luci rosse che ha coinvolto Dominique Strauss-Kahn, l'ex direttore del Fondo monetario internazionale, peraltro pochi mesi dopo Shame dell’inglese Steve Mc Queen (vedi due recensioni fa), film di ben altra fattura prodotto sullo stesso tema ma in toni drammatici.
Lo scandalo Strauss-Kann sembra, cioè, aver portato alla ribalta un dramma che probabilmente riguarda molti più uomini di quanto si creda, di qualsiasi ceto e livello culturale.
Queste due produzioni, temporalmente così ravvicinate, fanno infatti pensare che gli uomini oggi intendano scoprirsi e mettere a nudo, insieme ai loro corpi, anche i loro problemi più intimi.
Les Infidèles, al di là delle apparenze e del finale patetico, è un film infatti complesso che alla fine lascia un po' spiazzati e fa riflettere. Non è un film sul tradimento (pratica che negli anni ha assunto caratteri ben più articolati di quanto questo film racconti, vedi capitolo del libro: parte prima cap 3), ma - come Shame, è un film sul sesso maschile e sulla sua deriva.
Non è un film comico (sebbene chiaramente si rifaccia alle commedie italiane volgari e spaccone, giocate sul peggio del carattere delle persone e della sottocultura umana) ma piuttosto una commedia di costume, che ruota attorno a personaggi per la maggior parte anche qui spacconi e volgari, dove la satira si propone come lezione morale, restando sempre in bilico tra comicità e critica impietosa.
Sotto sotto però resta anche il dubbio che sia un film per uomini fatto da uomini che si compiacciono della propria trasgressione, stupidità e, soprattutto, della propria complicità

“Quanto rompono le palle, ogni tanto ci stanno un po’ di corna! Questa storia della fedeltà, che cosa provinciale! Invece di essere contente. Ci sono dei paesi dove puoi averne anche 40 di mogli uno di questi giorni mi rompo i coglioni e vado a vivere tra i Masai!”

Il film, volutamente provocatorio e fastidioso (almeno per il pubblico femminile), non convince e resta in bilico tra tutte e tre le ipotesi; è per questo che non sembra fare del tutto presa sugli spettatori, che, alla fine, restano un po’spiazzati.
Nel film le donne, ci sono, ma restano totalmente in secondo piano, relegate in ruoli di semplici “oggetti del desiderio” (tanto che potrebbero essere sostituite da bambole gonfiabili) o di mogli, più o meno succubi, ma tutte uguali. Il concentrato di uomini, anzi omuncoli, nonostante la indubbia prestanza fisica, sono tutti ugualmente agiti da quella che ormai sembra essere una necessità fisiologica irrefrenabile alimentata dall’incredibile offerta che l’errata concezione di libertà sessuale ha contribuito a mettere sul mercato.
Anche in questo caso infatti sembra trattarsi, come in Shame, di un cortocircuito provocato dalla società dei consumi dove il sesso in grande offerta e a poco prezzo fa diventare in realtà gli uomini delle inconsapevoli vittime che non solo si giocano la famiglia (alla quale tutti sembrano tenere), ma anche  finendo obbligatoriamente a rifugiarsi nell’ omosessualità perché solo tra uomini, alla fine, ci si capisce.
Ed ecco che, anche qui, viene allora da porsi una domanda: se veramente si tratta di una reazione incontrollabile causata da un fattore esterno - la super offerta di consumo sessuale, un condizionamento che fa ammalare - non sarebbe il caso, come per le allergie e il raffreddore causato dal polline e dall’ inquinamento, di pensare a una “disinfestazione”, a una riduzione degli allergeni?
Un intervento a tutti i livelli (comunicazione dei media e della pubblicità, siti hardware, locali e commercio pornografico, ecc.) sembra essere diventato veramente urgente, ma, si sa, il proibizionismo da solo non ha mai prodotto buoni risultati, serve anche una nuova educazione sessuale, cominciando dalle scuole (che non sia solo di tipo anatomico, ma anche culturale, unita ad una educazione ai sentimenti e alle relazioni interpersonali).
Questi due film, come molti altri di questo periodo, mettono in evidenza che oggi ci troviamo di fronte a un enorme salto di paradigma perché ogni giorno aumentano le voci che chiedono che le leve della locomotiva impazzita vengano affidate sempre di più in mano alle donne perché gli uomini, o molti di essi, hanno fatto indigestione di potere e di sesso e stanno male.
L’emancipazione femminile ha provocato una crisi di identità gravissima servono veramente gruppi di autocoscienza, e già, per fortuna, se ne stanno facendo anche in Italia (www. maschileplurale) - certamente più seri di quello di questo film - ed è a questi che bisogna dare più voce.


Vedi nel libro “NON TI AMERO’, COSI’; PER SEMPRE” Parte prima – Cap. 3: La valvola di sfogo: il tradimento, una realtà in evoluzione. Parte seconda – Cap. 2: Crisi ed evoluzione dei ruoli: verso nuovi prototipi umani, Cap 4: I diversi stadi della sessualità




sabato 28 aprile 2012

PARADISO AMARO (The Descendants), regia di Alexander Payne.

con George Clooney, Shailene Woodley, Beau Bridges, Robert Forster, Judy Greer, commedia, USA 2011.
locandina tratta da Mymovies

scheda film Mymovies

trailer film da Youtube

Matt è un avvocato di mezza età, sposato e con due figlie, che vive nel Paradiso delle Hawaii e che, come molti uomini totalmente concentrati sul lavoro, trascura la famiglia.
All'improvviso però un incidente, che ha causato un coma irreversibile alla moglie, lo costringe a fare i conti con ciò che la sua disattenzione ha provocato nei confronti della propria famiglia.
La figlia diciassettenne, una sconclusionata come molti degli adolescenti di oggi, ha imboccato la strada della ribellione ed è ingovernabile, la più piccola di 10 anni la segue a ruota. Quando lui, davanti alla nuova situazione che si è creata, tenta di rientrare nei panni del padre, le figlie gli si rivoltano contro e lo obbligano ad aprire gli occhi anche nei confronti della moglie rivelandogli che da tempo lo tradiva con un bellimbusto di nessun valore e che stava per chiedergli il divorzio.
L’orgoglio ferito spinge Matt a mettersi in un’ossessiva ricerca del rivale, mentre sua moglie in ospedale è tenuta in vita da una macchina, ma presto questa ricerca della verità diventa per lui anche un momento per fare chiarezza sul senso della sua vita.
E’ la figlia maggiore che, inaspettatamente, davanti a questo dramma si dimostra più matura di suo padre e lo aiuta a ricomporre le cose.
Questo evento doloroso riesce infatti a far riaffiorare in lui, insieme all’amore per la famiglia, il senso del dovere e di onestà, tanto che manderà all’aria la trattativa in corso per la vendita a degli speculatori della tenuta di famiglia ereditata (rinunciando così a un cospicuo guadagno e liberandosi degli avidi parenti che lo circondano). La decisione, presa insieme alle figlie, di staccare la spina alla madre li riavvicinerà nel dolore ricomponendo i loro rapporti.

Paradiso amaro è un film ironico, leggero, lineare, apparentemente anche un po' banale, che parla di sentimenti raccontando come Matt (George Clooney), benché abiti alle Hawaii e sia un ricco proprietario terriero, davanti al dolore è un essere umano come noi e - come tutti - deve fare i conti con la vita, con la morte, con i delicati equilibri affettivi che tengono insieme una famiglia, con le nevrosi e le difficoltà di un matrimonio in crisi.
E' in realtà un film importante perché descrive in modo semplice concetti profondi: il significato del dolore, il valore terapeutico del perdono, l’importanza della famiglia come generatore d’amore che deve “caricare le batterie” dei figli perché, a loro volta, dovranno essere in grado di farlo con i propri, contribuendo a tramandare e diffondere l'energia dell'amore nel mondo.
Anche in questo caso il titolo originale del film “The Descendants” (la discendenza) forniva la chiave di lettura del film, significato che si è perso nel titolo italiano.
Il film racconta come attraverso il dolore, poco alla volta, sia Matt sia le figlie arrivino a rovesciare il loro modo di vedere le cose e di rapportarsi. Il dolore accomuna perché rende tutti uguali eliminando le differenze di ceto, di genere o - come in questo caso - generazionali.
Il dolore che si concentra solo su se stesso può annientare, ma quando è accettato e compreso come condizione umana diffusa che non risparmia nessuno, diventa sofferenza che fa crescere, fortifica, accomuna e crea fratellanza.
La percezione mentale dei fatti e la visione egocentrica delle proprie ragioni era la causa dell’opposizione che si era creata tra padre e figlie, ma attraverso il reciproco sforzo di capire anche le ragioni dell'altro e attraverso il perdono si attua il capovolgimento di questo sistema di pensiero arrivando a comprendere come dietro ai comportamenti scorretti di tutti ci fosse nient’altro che bisogni d’amore inespressi e insoddisfatti.
E’ sempre l’Ego a mettere in primo piano gli errori degli altri per rinchiudersi ferito e inaccessibile all’amore, dietro l’alibi del proprio dolore.
E’ questo il meccanismo che l’assenza del padre, concentrato solo sul lavoro, il tradimento della mamma, concentrata solo sul suo bisogno di attenzioni e di amore, stava portando sulla strada sbagliate le figlie.
Gli errori commessi da parte di entrambi erano però mancanza di attenzione, non di amore, e quindi errori che anche un’adolescente può comprendere ed accettare, ridimensionando l’idea che i genitori debbano essere perfetti (passaggio obbligato per diventare adulti ed uscire dalla trappola del rancore represso).
Gli errori di percezione delle figlie vengono così corretti portando ad abbandonare la strada della ribellione come inconscia punizione delle mancanze dei genitori.
La dolorosa esperienza di dover staccare la spina alla macchina che teneva in vita la moglie e la mamma in coma diventa così un’opportunità per tutti per capirsi, un’opportunità per perdonare se stessi perdonando l’altro.
La decisione finale di non vendere il terreno è un atto simbolico di grande intensità che rappresenta la necessità che i genitori si assumano la responsabilità dell’eredità che lasciano dietro di sé in termini di amore.

Vedi nel libro "NON TI AMERO', COSI', PER SEMPRE" Parte prima- Cap 3: La valvola di sfogo: il tradimento, una realtà in evoluzione, Parte Seconda - Cap 5: Ripartire da sé: se cambi te stesso cambi il mondo.


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lunedì 26 marzo 2012

SHAME – regia di Steve McQueen

con Michael Fassbender, Carey Mulligan, James Badge Dale, Nicole Beharie, drammatico, Gran Bretagna 2011

locandina tratta da Mymovies


Brandon e Sally sono due fratelli profondamente segnati dalla vita nel corpo, nella psiche e nell'anima.
Dall'Irlanda si trasferiscono a New York, ma il sogno americano non riesce a far dimenticare loro le ferite profonde - che la narrazione fa solo intuire - ricevute nella loro infanzia; nonostante la libertà del contesto sociale in cui ora vivono, sono entrambi prigionieri di schemi compulsivi autodistruttivi.
Brandon ha un buon impiego, una bella casa, un fascino che gli rende facile qualsiasi approccio con le donne, ma ha un problema: è malato di sesso e registra una totale incompatibilità tra sesso e amore, se c'è l' uno non c'è l'altro.
Sally ha invece profonde carenze affettive che si riflettono su una personalità fragile e instabile e usa il sesso - concedendosi a chiunque - per cercare amore e protezione. Passa invece da un rifiuto all'altro e anche suo fratello, che le vuole bene, non vuole (o non può) farsene carico.
Arrivati ambedue alle conseguenze estreme del loro reciproco percorso non si sa se riusciranno a uscirne perché il film non tira conclusioni, ma si limita a descrivere una questione che, solo apparentemente, e' una vicenda strettamente personale.

Veramente non facile fare un film su un tema così scabroso dove il sesso e le nudità maschili esplicite, mai volgari e nemmeno erotiche, simboleggiano una messa a nudo di ciò che spesso sta dietro alle apparenze, del tutto normali, delle persone.
Un film a modo suo raffinato, nonostante il tema trattato, che mette a disagio il pubblico bigotto e benpensante, perché questi sono argomenti di cui di solito è bene non parlare, tantomeno vederli così crudamente rappresentati sullo schermo.
Il film invece è una importante denuncia delle conseguenze devastanti che la società dei consumi ha prodotto anche in ambito sessuale.
Il sesso come consumo (un'enorme economia si muove dietro questo argomento: stampa e video a luci rosse, siti porno, gadgets, prostituzione, locali, ecc.) è diventato normale nella vita di molti, anche di molte coppie, e "l'usa e getta" ha coinvolto anche le relazioni e il corpo.
Il male di vivere che i due personaggi del film si portano dentro, anche se sono fuggiti dalle situazioni e dal luogo che l'hanno creato

" non siamo brutte persone, veniamo solo da un brutto posto" ,

e' il male di una società intera. Il "brutto posto" è la società occidentale con una rivoluzione sessuale che ha imboccato la strada sbagliata e con le sue false libertà (la vera libertà e quella interiore che fa si di non essere agiti da altri che abitano la nostra mente).
La rivoluzione sessuale avviata dall' epopea hippy negli anni 60, di pari passo con l' emancipazione femminile, si basava sull’amore libero, ma sull’amore. Solo successivamente le componenti marxiste-leniniste rivoluzionarie e totalizzanti della contestazione del ‘68 si sono sovrapposte a queste prime rivendicazioni, distorcendone l’iniziale forte componente umana e tramutandola in una visione del tutto diversa.
E' da qui che bisogna ripartire per comprendere, e correggere, le deviazioni di cui il film tratta.
Si è passati infatti da un opposto all’altro: dall’ amore senza sesso (o con un sesso castrato) della morale borghese al sesso senza amore molto in voga oggi.
Sembra pertanto del tutto condivisibile l’ipotesi di alcuni studiosi che afferma che: “La tanto celebrata rivoluzione sessuale, di fatto, non c’è mai stata perché si è passati da un condizionamento a un altro".
C’è stata una maggiore facilità di rapporti, ma non una vera maggiore libertà interiore, sono stati superati alcuni blocchi comportamentali, ma non certo i blocchi emozionali profondi che anzi, come il film denuncia, sono aumentati fino a diventare patologie.
Il grande potenziale dell’Eros in termini di maturazione personale e di incontro profondo tra due persone non è mai stato totalmente liberato e per il sesso è necessaria oggi una nuova alfabetizzazione.
La trasgressione che si scatena in Brandon sul desiderio del superamento dei limiti che normalmente circoscrivono l’esperienza sessuale, è una disperato tentativo di comprendere le proprie pulsioni, per liberarsi dalla loro schiavitù e dalle difficoltà relazionali che queste gli provocano; forse anche una tacita richiesta di aiuto, visto che lascia tracce ovunque, persino nel computer dell'ufficio.
L'ossessione del sesso come consumo, totalmente concentrato sul raggiungimento del proprio godimento e' infatti l'invisibile muro che non permette di entrare in contatto con l’essenza dell’altro.
Gli istinti non compresi e repressi dalla precedente morale borghese sono diventati per molti un’ossessione, quasi una nevrosi, e il vero centro - anche se nascosto - della propria personalità che trova sfogo in modi diversi come il film duramente racconta: dalle diffuse e segrete masturbazioni, a relazioni con prostitute, siti pornografici on line, webcam erotiche, donne agganciate in un locale o anche sul metrò, anch'esse “consumate” subito nel piacere di un attimo senza lasciare strascichi, fino a esperienze omosessuali nei locali destinati agli incontri di questo tipo (tutto facilmente a portata di mano di chiunque).
Per questo Shame - e nella traduzione del titolo "Vergogna" sta la chiave di lettura - e' un film importante perché denuncia una realtà sommersa probabilmente più diffusa di quanto non si creda.
Realtà che richiede - con urgenza - un' informazione che tenti di far capire, soprattutto ai giovani, che è possibile far crescere e maturare la propria sessualità, non nella direzione del consumo e dell' "usa e getta", ma tentando di comprenderla, osservandola e incanalandola nella giusta direzione, grazie a una nuova educazione mentale e sentimentale.
In questi termini, il sesso rappresenta un mondo nuovo, tutto ancora da esplorare, magari cominciando a fare chiarezza che "fare all'amore" e "fare sesso" non sono sinonimi perchè l'amore è uno stato dell' essere e il sesso una componente dell' amore. Sesso e amore non sono scindibili senza danno, perché hanno bisogno l' uno dell' altro per far crescere una relazione e, con essa, le persone che ne sono coinvolte.

Vedi nel libro "NON TI AMERO', COSI', PER SEMPRE" Parte Seconda - Cap 3: La guerra è sfinita: è necessario un disarmo, Cap 4: I diversi stadi della sessualità


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martedì 14 febbraio 2012

QUANDO LA NOTTE regia di Cristina Comencini

 con Claudia Pandolfi, Filippo Timi, Thomas Trabacchi, Denis Fasolo, Michela Cescon, Drammatico, Italia 2011
                                                                 locandina tratta da Mymovies

trailer film da Mymovies

Mentre il papa' resta in città a lavorare, Marta - come tante mamme - va in vacanza da sola con il suo bambino. Lei ama il mare, ma il medico per il piccolo - che piange sempre e non dorme mai - le ha consigliato la montagna. Arriva così a Macugnaga, ai piedi del Monte Rosa, un posto bello, ma lontano dal suo mondo e - per di più - l'agenzia le ha procurato una casa isolata, che amplifica la sua solitudine e dove i continui pianti del figlio, ai quali non riesce dare risposta, rimbombano fino a farle saltare il cervello e i nervi.
Il proprietario abita al piano di sotto, ma e' come se non ci fosse; un po' perché essendo una guida alpina e' sempre in giro per escursioni, ma anche perché e' un tipo assai scontroso, ferito dalla vita (una madre che ha abbandonato lui e suo fratello da piccoli e poi una moglie che se ne e' andata via con il figlio, non sopportando più il suo carattere ombroso).
Le ferite di lui si incontrano, così, con la non adeguatezza di lei in una notte in cui lui sfonda la sua porta per evitare una tragedia.
Da questo evento nasce una relazione profonda che ha alla base due reciproche necessita': lui le ferite da curare, lei di capire le sue contraddizioni, un percorso che li avvicina e che, alla fine, decideranno di fare insieme.

Il film affronta lo scabroso tema del senso (perduto?) della maternità trascrivendo in sceneggiatura cinematografica il libro scritto dalla stessa regista.
La spinta al cambiamento, all'autonomia, alla libertà, insita in Marta - come in ogni essere umano e ora anche in ogni donna del nostro tempo - si scontra con il desiderio di Manfred che le donne restino al loro posto a fare le madri e le mogli.
L'essenza biologica ha spinto anche le donne ad evolvere mentre i ruoli non vengono di pari passo aggiornati perché bloccati nell'inconscio collettivo dentro rigidi stereotipi, per questo essi a volte vengono percepiti come pesanti armature.
La tendenza umana ad aggrapparsi a forme e categorie fisse create dalla mente è diffusa più di quanto si creda e, al di là di molte effettive conquiste ottenute e riconosciute sulla carta alle donne, la rappresentazione simbolica del femminile, ancorata alle tradizioni, risiede ancora fortemente nell'inconscio di molti uomini e, a volte, anche di molte donne (quante delle spettatrici si sono schierate con la moglie del fratello mentre trovano Marina odiosa?)
La difficoltà ad aggiornare i vecchi schemi sta alla base di molte separazioni: ovvio che uomini antichi e donne nuove abbiano difficoltà ad incontrarsi.
La raggiunta maggiore autonomia psichica porta Marta, come molte donne di oggi, a una progressiva diminuzione della accettazione del ruolo di moglie e a rivisitare quello di madre. Il desiderio di essere considerate come persone, con un proprio valore intrinseco mette in discussione i vecchi ruoli stereotipati dell'angelo del focolare e della mistica della maternità e crea un cortocircuito psichico, un profondo diffuso malessere per un costante senso di inadeguatezza.
Gli uomini devono riuscire a capire questo disagio e, da parte loro, interiorizzare il concetto di parità (si veda anche il personaggio maschile del precedente film "Una Separazione").
Donne e uomini insieme devono cioè riuscire a fare un’onesta analisi della propria configurazione simbolica del maschile e del femminile perché i sentimenti inconsci o semi-consci si riflettono sul vissuto molto più di quanto si creda; essi governano le azioni e i comportamenti, e soprattutto le emozioni, non meno del pensiero razionale e ogni scissione interiore è la prima causa della difficoltà ad avere rapporti felici.
E' un cambiamento da fare insieme, duro, faticoso, ma queste sono le basi per le relazioni del futuro (ed anche della nuova relazione dei personaggi di questo film).

La visione di questo film è una utilissima sessione di cineterapia (meglio di una seduta psicanalitica) da fare possibilmente con il proprio compagno.
Le donne e gli uomini stanno cambiando, insieme ai loro ruoli, e con essi tutte le regole sulle quali fino ad oggi si sono basate le relazioni ed il matrimonio. Uomini e donne insieme devono infatti imparare a riconoscere, e accettare, la realtà contraddittoria di un epoca di transizione, ricordandosi che il superamento dei dualismi si attua attraverso l'accettazione del dualismo stesso (uguali, ma diversi), abbandonando finalmente ogni contrapposizione e polarizzazione.

Vedi nel libro "NON TI AMERO', COSI', PER SEMPRE", PARTE SECONDA, Cap 2 Crisi ed evoluzione dei ruoli: verso nuovi prototipi umani, Cap 3 La guerra è sfinita: è necessario un disarmo, Cap 7 Le nuove coppi: insieme liberi e Conclusioni.

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mercoledì 4 gennaio 2012

ONE DAY regia di Lone Scherfig

Con Anne Hathaway, Jim Sturgess, sentimentale, USA 2011 (basato sul romanzo di David Nicholls)
    Locandina tratta da Mymovies
scheda film Mymovies
trailer film da Mymovies


Il giorno della laurea e' anche il giorno di un tentato approccio tra Emma - bruttina e imbranata, di sani principi e grandi ideali - e Dexter - bello, benestante, viziato e libertino. Vanno a letto insieme per festeggiare, ma finiscono solo con il dormire abbracciati, come due amici dopo essersi raccontati l’un l’altro.
Tolto di mezzo il sesso e tutti gli equivoci che esso spesso comporta, quel momento di intimità dà il via ad un’amicizia che diventerà sempre più profonda nel tempo e il 15 luglio resterà, per entrambi, una scadenza da non mancare per continuare a raccontarsi e confrontarsi.
Per quasi 20 anni essi continuano così ad alimentare nel tempo quella intimità ottenuta fin dal primo incontro, sebbene le loro vite scorrano su percorsi opposti entrando e uscendo, reciprocamente, da diverse relazioni.
In questa storia vi sono tutti gli ingredienti per una relazione d’amore profonda: la complementarità del carattere, l’intimità raggiunta dal raccontarsi senza maschere, la mancanza di promesse e di conseguenti aspettative, la vicinanza nella lontananza.
Il sentimento che li unisce si srotola infatti nel tempo, cresce e matura insieme a loro, fino a quando capiscono che ciò che li lega non è amicizia ma amore; si accorgono così  di non poter più fare a meno l'uno dell'altro e decidono di proseguire il resto della loro vita insieme.

Si tratta quindi di un film a carattere sentimentale, ma non inquinato dai soliti stereotipi dei film romantici, non solo per il finale, diverso dal tradizionale "... e vissero felici e contenti".
Il film racconta una storia credibile, un'alchimia che si instaura a livello animico tra due persone che si sentono complementari e quindi si attraggono, pur essendo radicalmente diverse per status e stili di vita.

(Lei chiede a lui: "Cos'è quel tatuaggio?" e lui: "JING e JANG, la perfetta unione degli opposti")

La chiave de film è in questa frase.
Il film - che e' tratto da un libro di successo, e la cui sceneggiatura e' stata scritta dallo stesso autore – contribuisce a fare chiarezza, in modo semplice, ma non banale, sul pericoloso equivoco creato dalla nostra cultura occidentale che limita l'Eros dentro i confini ristretti e caduchi dell’attrazione fisica fino a far diventare amore e sesso due sinonimi.
Questa storia fa capire, invece, che esiste un Eros anche della mente e, soprattutto, dell'anima. Un’attrazione più' forte dell’Eros del corpo e più duratura perché non finisce con il passare del tempo e con la perdita di attrattività fisica e perché non necessita nemmeno di costante vicinanza.
L'alchimia tra due anime che si attraggono, perché complementari, sta alla base di molti rapporti e il senso stesso della relazione è apprendere e crescere attraverso l’altro proprio in quanto diverso da sé.
Il fine ultimo delle relazioni d’amore non è quindi la procreazione, come la cultura cattolica ancora oggi continua a ripeterci, il fine ultimo di ogni relazione d’amore è, innanzitutto, crescere attraverso l’altro, attraverso il proprio opposto, non solo di genere, ma spesso anche di carattere.
E’ nello scontro-incontro con il proprio opposto che ognuno può trovare lo strumento per la crescita personale, ma ciò avviene solo se reciprocamente si è disposti a cambiare, a crescere lasciando andare, almeno in parte, i propri schemi per mediarli con quelli dell’altro.
Quando ciò non avviene e ognuno si irrigidisce sulle proprie posizioni, si arriva a una polarizzazione che fa sì che quelle stesse differenze che avevano inizialmente attratto diventino la causa di una crescente insofferenza (che rende alla fine insopportabile la vita sotto lo stesso tetto).
L'interruzione brusca della narrazione non ci fa sapere come sarebbe andata per Emma e Dexter.
Nonostante ciò, One Day è un film utile perché non e' una banale storia d’amore, ma e' un film sulla natura dell'amore, sulla necessità dell'altro per crescere, ed anche sull'amicizia, sulla famiglia, sul dolore, sulla vita.
Il film, infatti, alla fine sembra voler suggerire di guardare gli eventi della propria vita, anche il dolore, "dall'alto" (vale a dire da una prospettiva diversa da quella materiale) e di insegnarlo alle nuove generazioni.
La salita di Dexter con la sua bambina su quella stessa collina dove anni prima era andato con Emma a guardare Parigi all'alba, non poteva essere, quindi, il finale migliore per questo semplice, ma ugualmente importante, film.

Vedi nel libro “ NON TI AMERO’, COSI’, PER SEMPRE”, Parte prima pagg. 44-48: Gli scherzi dell’Eros.

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