Con François Cluzet, Marion Cotillard, Benoît Magimel, Gilles Lellouche, Laurent Lafitte.
Commedia - Francia 2010
Locandina tratta da Mymovies |
Il film racconta le vicende di otto
amici, con età compresa tra i trenta-quaranta anni, appartenenti alla
piccola-media borghesia parigina. Due sono le coppie regolarmente sposate con
figli piccoli, quattro sono single.
Sono persone che amano una vita scanzonata
e che, tra un divertimento e l'altro si lasciano vivere, fuggono dagli impegni
e dagli stereotipi della generazione precedente, ma sembrano non avere delle
valide alternative.
Ognuno di loro è caratterizzato da un
particolare difetto (pignoleria e omofobia, cinismo o codardia, ossessività ed
evidente ninfomania per l'unica single
femmina del gruppo); nonostante le diverse debolezze sembrino renderli
apparentemente molto diversi tra loro, in realtà una buona dose di superficialità ed anche
egoismo li accomuna.
Le coppie sposate hanno dei problemi
di routine, mentre i single - chi più chi meno - hanno relazioni instabili che
intervallano con vino, spinelli, ma anche cocaina e sesso.
A loro basta ridere, divertirsi e
stordirsi per non pensare, scorrono i loro giorni in un' adolescenza
prolungata, fino a che un grave incidente a uno di loro - dopo una notte brava
in discoteca - sembra dover porre fine alla loro superficialità e voglia di
divertirsi, ma non è così.
Nonostante l'amico in ospedale sia
gravissimo - confortati dal parere dei medici che assicurano che si riprenderà
- decidono di partire ugualmente per le vacanze ospiti, come al solito, nella
casa al mare del più ricco di loro.
Ma la vacanza che passeranno insieme
- tra gite in barca, giochi sull'acqua, cene e vino -si tramuterà in un insieme
esplosivo di nevrosi e di tensioni non solo perché poco prima di partire uno
dei due sposati ha dichiarato il suo particolare interesse, al di là dell'
amicizia, al padrone di casa (l'altro sposato), ma anche perché i single soffrono pene d'amore per i partner con cui
avevano una relazione finita male poco prima di partire.
Tutto si svolge sotto lo sguardo più
lucido di un anziano pescatore, amico di vecchia data, che alla fine metterà
tutti davanti alle loro ipocrisie quando comunicherà loro che l'amico rimasto
in ospedale è morto.
"scusatemi, ma non mi va di
mentire" "ma nessuno ti chiede di mentire"
"nessuno me lo chiede, ma lo fate tutti. Sono 15 giorni che vi vedo siete amici,
ma tutti quanti mentite a voi stessi, accettate le piccole bugie degli altri
perché vi fa comodo. Vi definite amici. Cos'e essere amici? E' lasciare il
vostro amico da solo in ospedale perché le vostre vacanze sono più importanti?"
La morte dell'amico li mette così
davanti alla responsabilità delle loro vite obbligandoli a diventare finalmente
adulti e a comprendere la vacuità della loro modo di vivere:
"non
vado da nessuna parte"
"per
me è lo stesso"
Il
film Piccole bugie tra amici (anche in questo caso una traduzione libera
del titolo originale Les petits mouchoirs, "piccoli fazzoletti" che sottintendono all'intersecarsi di tanti piccoli
spaccati di vita) descrive in modo divertente il fenomeno delle Tribù urbane e le nuove forme di
amicizia che, per molti trenta-quarantenni di oggi sostituiscono a lungo la
famiglia e il fidanzamento tradizionale (si veda il libro di Ethan Watters "Urban
Tribes. La generazione che sta ripensando amicizia, famiglia e matrimonio)
.
In
ogni tribù, come anche in quella di
questo film, ognuno ha un ruolo diverso: c'è il consigliere, l' innovatore, il
comico, i consulenti tecnici, il catalizzatore (o anima della festa), l'ansioso
(in questo caso il padrone di casa) il gallo del pollaio, l'ape regina, ecc.
Ma il
film descrive anche l'attuale caos dell'amore, la paura dell'impegno e di soffrire che, sul più bello, spinge molti
a rovinare tutto in un rapporto (per poi subito dopo pentirsene); un caos che
porta all'incapacità di costruire qualcosa insieme ed anche a desiderare
esperienze con persone dello stesso sesso.
L’incapacità
di scegliere di molti giovani di oggi, come alcuni dei personaggi del film, è
il risultato della paralisi provocata da due sentimenti opposti: paura
dell'impegno e paura della solitudine,
spesso in perfetto equilibrio tra loro, ma anche dal processo di individualizzazione della società e da narcisismo e
egoismo.
Ciononostante Canet non sembra del tutto condannare i suoi
personaggi e li descrive con una certa simpatia, vedendoli probabilmente, anche
lui, come inconsapevoli vittime di un difficile momento di transizione e di
confusione che trascende le singole personalità.
Si
tratta di un film corale nel quale, come già in molti altri di questo tipo (Il grande freddo, Together, Le fate
ignoranti, Saturno contro, ecc.), traspare anche il
lato positivo delle attuali crisi delle relazioni di coppia: le onde dell'amore
si allargano dal tradizionale rapporto a due, chiuso e castrante, a un gruppo più ampio che, anche se molto
eterogeneo, è unito da una solidarietà
che si radica nelle stesse difficoltà nell'affrontare la vita. Onde che si allargano
fino a volte portare a superare la
divisione tra i generi sforando spesso anche nella omosessualità o nella
intercambiabilità dei sessi.
Anche
Canet, quindi, sembra far trasparire nella narrazione un messaggio appena
sussurrato, trasversale: la crisi dei
valori delle precedenti strutture relazionali, famigliari e persino sessuali
potrebbe non essere la fine, il crollo del mondo, ma l'inizio di una nuova era.
La
crisi economica e le veloci trasformazioni sociali e comportamentali degli
ultimi decenni (prime tra tutte l'irresistibile voglia di autonomia) hanno
portato a una progressiva trasformazione della struttura famigliare di una
volta. Si sta passando infatti dai grandi clan famigliari con molti parenti a
mini famiglie che hanno sostituito i rapporti parentali verticali con nuovi
rapporti più orizzontali, portando a creare nuove "famiglie allargate di
elezione", come in fondo lo è il gruppo di amici di questo film.
Ciò dimostra che la capacità di
costruire "famiglie" è, nonostante tutto, molto vitale, basta saper
guardare al di là del modello unico.
Il film, non è un capolavoro e ripercorre trame già tracciate, ma diverte, e ha
presa sul pubblico per quell'empatia che scaturisce dal fatto di riconoscersi
in parte nella storia e nei personaggi narrati, nella commedia umana che
comprende amori speciali e libertà dei sentimenti, l'amicizia come surrogato
della famiglia, l'incertezza che poi torna a confluire nella speranza di
riuscire, nonostante a tutto, a costruire un rapporto d'amore e una famiglia,
ma una famiglia nuova.
Muore un concetto di famiglia chiusa,
un egoismo a due, spesso ostile agli altri, ma nasce la consapevolezza che la
propria famiglia è una cellula più ampia, la comunità umana nel suo complesso,
senza distinzioni di credo o di razza e, forse, nemmeno di genere.
Vedi nel libro "NON TI AMERO', COSI', PER SEMPRE:
Parte
prima - Cap 1:"Coppie scoppiate"
Parte
seconda - Cap 5:"Ripartire da sé: se cambi te stesso cambi il mondo"- Cap 7 "Le nuove coppie: insieme liberi".
Parliamone insieme: lascia un commento a questo post, un tuo parere sul film o sull'argomento trattato.
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